giovedì 12 marzo 2015

L'IPPOCASTANO DI VILLA MAGNISI



ovvero 
Abbiamo piantato un albero e lo coltiviamo

Un recente decreto assessoriale (10.2014) fornisce finalmente alla Regione Sicilia la possibilità di normare ufficialmente la competenza in Medicina Omeopatica. Ma la storia del lavoro degli omeopati siciliani per il riconoscimento dell’Omeopatia ha radici lontane.
La storia inizia nel Regno delle Due Sicilie, ad opera degli ufficiali medici che cominciarono segretamente a curare i pazienti con la Nuova Medicina del dr. Hahnemann. Negli anni trenta dell’800 essi si incontravano regolarmente e, nel 1844, ottennero dal sovrano (che già si curava con questa Medicina) l’autorizzazione a riunirsi in corpo accademico, cioè ad insegnare la loro competenza. La Regia Accademia Omiopatica Palermitana fu il primo Istituto di insegnamento omeopatico d’Europa, ed il secondo del mondo (visto che Hering –comunque membro della Accademia Palermitana- aveva l’anno prima iniziato le sue lezioni ufficiali a Filadelfia).
La storia di quegli anni vede la capillare opera di diffusione dell’Omeopatia in Sicilia da parte di Benoit Mure, poi iniziatore dell’Omeopatia in Brasile (dove –per inciso- essa è attualmente una normale Medicina Specialistica), la stampa di due giornali omeopatici a Palermo, ed un regio decreto di equiparazione della Medicina Omeopatica con quella universitaria che l’Accademia ufficiale riuscì comunque a bloccare prima che divenisse esecutivo. In quegli anni, a Palermo funzionava anche un ambulatorio omeopatico con annessa farmacia per la cura degli indigenti, nel palazzo del principe di San Lorenzo, in via del Bosco; proprio nello stesso posto dove Garibaldi, entrando nella città insorta, volle il suo ospedale da campo.
Il neo nato Regno d’Italia centralizzò a Torino l’Omeopatia, ma ne avviò la progressiva disgregazione in Sicilia e poi anche nel resto della penisola. Le ultime attestazioni delle attività dell’Accademia Palermitana non vanno oltre gli anni del primo conflitto mondiale.
Nel secolo scorso, mentre la pratica dell’Omeopatia si era intanto già diffusa in tutte le nazioni del mondo, in Sicilia riprese soltanto all’inizio degli anni settanta ed primi corsi di insegnamento con una qualche ufficialità iniziarono qualche anno dopo, a Palermo nel 1985 presso l’aula di Farmacologia dell’Università.
I medici siciliani che rifondarono l’Accademia (1992) si presero il compito di continuare un percorso storico.
Il cammino della nuova “Accademia Omiopatica Palermitana -1844” inizia esattamente con la rivendicazione della competenza nell’insegnamento, che negli anni a venire coinvolgerà tutti i medici omeopati siciliani, gli Ordini professionali dell’isola e successivamente tutta la comunità omeopatica italiana attraverso la redazione di un Programma Nazionale di Insegnamento secondo standard europei, il confronto con le Istituzioni ministeriali e parlamentari, e la nascita della Società Italiana di Medicina Omeopatica, prima società scientifica italiana di una Medicina Non Convenzionale.
Ancora, dai medici omeopati dell’Accademia siciliana sono venuti i contenuti e l’energia per il riconoscimento dell’Omeopatia e delle altre MNC da parte della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici (Terni, 2002) e le iniziative per la difesa scientifica e professionale della Branca, come il processo penale per diffamazione contro Piero Angela (Catania, 2000-2004).
Un corpo accademico cura anche la rifondazione permanente della sua competenza. Abbiamo ripristinato pertanto l’Omeopatia come Scienza aperta agli sviluppi della Scienza e della Medicina attuali. Il che vuol dire che, da un punto di vista teorico, abbiamo partecipato di saperi fondamentali, attraverso gruppi di studio internazionali multidisciplinari: Pensiero Sistemico, Teorie della Complessità, Epistemologia, Neurofenomenologia, Medicine Tradizionali, studi sulla Coscienza. Da un punto di vista pratico, abbiamo introdotto nei nostri programmi di formazione: Fisica Quantistica, Fisico-Chimica delle soluzioni acquose, Epigenetica, Neuroscienze e Scienze Cognitive.
Il contesto scientifico attuale assegna all’Omeopatia un ruolo caratteristico e talvolta cruciale in sede non solo clinica, ma anche nell’ambito della ricerca scientifica, ecologico e sociale. Con diverse Branche vi è uno scambio reciproco di conoscenze. In molti punti è ormai possibile presentare i dati clinici raccolti dai medici omeopati negli ultimi duecento anni in una forma scientifica multidisciplinare. La didattica omeopatica ha acquisito un linguaggio comprensibile dalla comunità scientifica più avanzata.  
Negli ultimi trent’anni abbiamo insegnato la Medicina Omeopatica in corsi di formazione post-laurea a medici, veterinari e farmacisti, talvolta in sede universitaria ma, più comunemente, nei nostri ambulatori e nelle nostre Scuole private. Nei prossimi anni sarà adesso possibile che tale insegnamento venga normato ufficialmente e riconosciuto per legge. Ci abbiamo sempre contato. Per questo motivo, quasi vent’anni fa abbiamo piantato un albero di ippocastano –un “albero dell’Omeopatia”- nel giardino di villa Magnisi, quando questa splendida sede venne acquistata dall’Ordine dei Medici di Palermo. Lo piantarono insieme i medici dell’Accademia, gli omeopati italiani ed il Presidente dell’Ordine.
Perché un ippocastano? Aesculus Hippocastanus è un rimedio della Farmacognosia omeopatica, ma anche di quella fitoterapica, antroposofica e persino uno dei fiori di Bach (queste ultime due farmacognosie, tributarie comunque di quella omeopatica); il che simboleggia non solo l’Omeopatia ma ogni Medicina portatrice di un più ampio significato umano. C’è un altro motivo: una scommessa.
L’ippocastano è un albero che sicuramente attecchisce in Sicilia, ma non è facile che fiorisca. È una scommessa, la piena fioritura, come per l’Omeopatia. L’albero di villa Magnisi, da qualche anno, ha preso a fare i suoi grandi fiori bianchi e, probabilmente, si tratta della fioritura documentata più a sud d’Europa, almeno a livello del mare. Bene sin qui, pertanto. Adesso, continuando a coltivare l'albero, aspettiamo i frutti.

martedì 5 luglio 2011

Terza riunione del "gruppo Capra" - Bozza Preparatoria

Gruppo Capra
3° Riunione Nazionale a Verona,
Scuola di Medicina Omeopatica, vicolo dietro SS Apostoli

Sabato 30 Luglio 2011, ore 10-18

Ordine del Giorno / Programma  BOZZA PREPARATORIA



Condivisioni di Gruppo

Chairman: Pomposelli + i Chairman del Convegno



Argomenti preordinati (e durata prevedibile):

- Link dei partecipanti al Gruppo con il gruppo dei docenti del Master all’Università di Bologna (5’)

- Aggiornamenti sull’organizzazione del Convegno (20’)

-  “La lettura delle malattie croniche cambia radicalmente le concezioni ordinarie sui miasmi”. / Benedetti – D’Arpa (interattivo e domande) / (1 ora)

- “Sulla descrizione della procedura clinica in Omeopatia: un esempio di procedura personale in un caso reale”  /  D’Arpa – Pomposelli (interattivo e domande)  / (40’)

- “Il modello di malattia e “forza vitale” di H. nell’Organon,VI. /  
Fagone – D’Arpa (interattivo e domande) / (40’-1h)

- “Neurofenomenologia” / chi vuole / (20’)

 - “Cosa sono le strutture dissipative e perché interessano l’Omeopatia” (20’)  /
Cannarozzo, Burigana, Trionfi, o chi vuole

- Omeopatia ed Emergenze / Epidemia di colibacillosi e competenza omeopatica / Re-Proving di Colibacillinum (VR, 2011) / Pomposelli (20’)



Interventi estemporanei.



Conclusioni operative.


LA PRESENTE AD USO DEGLI ISCRITTI AL GRUPPO / INVIARE ULTERIORI INSERIMENTI a: omiopa@ti.it

giovedì 19 maggio 2011

Seconda riunione del "gruppo Capra"

La seconda riunione nazionale del gruppo si è tenuta il 14.5.2011, presso la Scuola di Omeopatia di Verona.
La partecipazione al gruppo che sta preparando il Congresso ed il workshop con Fritjof Capra (VR, dal 24.ottobre 2011) è aperta a tutti i medici omeopati e ricercatori interessati ai rapporti tra Omeopatia e Scienze della Complessità / Paradigma Sistemico.  Di seguito una nota generale emersa nella riunione.

I modelli di malattia e di interazione mente-corpo-ambiente correntemente adoperati in Medicina  sono modelli teoricamente sorpassati alla luce delle Scienze della Complessità e della visione sistemica attualmente sviluppata in varie Scienze: Fisica Quantistica, Chimico-Fisica, Biofisica, Epigenetica, Biologia, Neuroscienze e Neurofenomenologia, Scienze Cognitive, Studi sulla Coscienza.
Gli sviluppi sistemici in ognuna di tali Scienze sono tuttavia ancora minoritari tra i ricercatori ed il loro sviluppo di ricerca ostacolato. Tali sviluppi sono invece perfettamente compatibili col Programma scientifico che l’Omeopatia perfeziona da 200 anni.

Appare oggi chiaro che il fondamento teorico dell’Omeopatia, la definizione delle sue procedure- modelli-protocolli, e la loro “spiegazione scientifica” potranno essere ridefiniti correttamente  nell’ambito del Paradigma sistemico.
L’Omeopatia ha interesse a riformulare i suoi dati e la sua vastissima esperienza empirica nel nuovo linguaggio emergente nelle Scienze ed in modo condivisibile con esse.
L’Omeopatia ha inoltre interesse a favorire la compenetrazione dei saperi fra gli esperti nelle varie Branche delle Scienze Naturali ed Umanistiche perché si determinino vaste condivisioni interdisciplinari.

Il Congresso di Verona (24-26 Ottobre 2011) ed il workshop che si terrà nei quattro giorni a seguire, daranno la possibilità ai medici omeopati di lavorare insieme ad esperti in diverse Discipline e sotto la coordinazione del prof. Fritjof Capra, per fare il punto sui dati disponibili in Medicina e sviluppare linee di ricerca originali.

“Gruppo Capra”, presso Scuola Omeopatica di Verona, 14.5.2011
Benedetti, Cannarozzo, Diani, D’Arpa, Fagone, Gasparini, Marino, Mazzi, Pansera, Pomposelli, Tonelli, Trionfi, (+ 51)

venerdì 11 marzo 2011

"Omeopatia, Medicina della Complessità dell'Uomo e del vivente" Convegno a Verona, ottobre 2011 con Fritjof Capra


Le scienze della Complessità son definite tali poiché condividono un’identica prospettiva scientifica d’approccio alla realtà, nella quale ogni fenomeno locale è strutturalmente inserito (e pertanto costantemente interagente) nel più vasto ambito complessivo di cui fa parte.
Le aree scientifiche in cui un tale Pensiero Sistemico si sviluppa sono ancora, tuttavia, abbastanza settoriali, poiché ogni area elabora sue proprie e specifiche conoscenze.
Vi sono interazioni tra tali diverse conoscenze, ma pochi ambiti in cui una reale integrazione tra di esse può rivelarsi pienamente feconda.
L’Omeopatia è sicuramente uno di tali ambiti.
Un ambito di Sapere privilegiato in grado di favorire fortemente l’interdisciplinarietà nel Sapere Sistemico.

L’effetto biologico dell’acqua informata e del medicinale omeopatico offrono un modello per studiare l’interazione tra il livello di regolazione biofisico dell’organismo e la sua fenomenologia funzionale.

I modelli (“complessi”, ante litteram) adoperati in Omeopatia - riguardanti forza vitale, malattia e guarigione- forniscono un fondamento clinico corroborato ad una nuova formulazione modellistica molto accurata che integra:
il livello genetico e la regolazione epigenetica,
i livelli di organizzazione pnei,
il livello neurologico cellulare e neurofenomenologico,
i livelli di specificità ed irripetibilità individuale studiati nelle scienze cognitive e nelle psicologie del profondo,

Non è soltanto un fatto di integrare la multidisciplinarietà, ma anche di indicare nuovi ambiti unitari agli studi sulla Complessità in Medicina.

Se partiamo dal paradigma delle strutture dissipative, includiamo in esso lo studio di ogni forma vivente e persino di ogni livello di organizzazione fisico-chimico (anche non vivente). Che ruolo gioca a questo livello la regolazione biofisica?

Se partiamo dall’imprinting dell’acqua, lo troviamo connesso alla regolazione epigenetica ed alla regolazione biofisica complessiva dell’organismo, la quale è correlata con l’organizzazione pnei e neurologica. Scopriamo una relazione biunivoca tra struttura e mente, e tra vita e coscienza. L’Omeopatia opera in uno spazio  che contempla proceduralmente tale costante interazione. È possibile trarne dei modelli sperimentali?

Se partiamo dalla biologia molecolare, lo stato attuale di punta degli studi epigenetici riconosce gli aspetti fondamentali della sua modulazione ambientale. In tali aspetti di modulazione, restano tuttavia poco studiate le variabili (fondamentali) dovute all’ambiente a) biofisico dell’organismo e b) mentale/interelazionale. I primi aspetti consentirebbero di connettere l’epigenetica alla biofisica ed alla chimico-fisica dell’acqua. I secondi aspetti potrebbero connetterla alla psicologia dello sviluppo ed alle funzioni psicologiche e cognitive (cfr. ad esempio Lipton).
Tuttavia sono ancora pochi i ricercatori che hanno sviluppato modelli sistemici per inserire la regolazione epigenetica nel più vasto contesto sistemico dell’organismo di cui fa parte (relazioni biofisiche, con la pnei, con le neuroscienze, con la psicologia). L’Omeopatia è una piattaforma di sapere clinico che consente questo genere di studi.

I primi interventi di Fritjof Capra sulla Medicina e sull’Omeopatia (Verona, 28-29.5.2010) hanno aperto questioni importanti, su cui l’Autore ritornerà nel Convegno di ottobre.
La forza vitale in che modo corrisponde al metabolismo inteso in termini sistemici? Una tale identificazione in che modo è riduttiva ? (cioè: in riferimento alle conoscenze acquisite dall’Omeopatia negli ultimi duecento anni, quali aspetti pragmatici della forza vitale restano ancora fuori da una tale definizione?)
L’azione necessariamente complementare sull’individuo della Biomedicina da un lato e della psicoterapia e body-work dall’altro, si riferiscono ancora ad un modello cartesiano. L’Omeopatia propone un modello psicosomatico più radicale, basato sulla embodied mind. È possibile definire in termini sistemici un tale modello?

In preparazione al Convegno, alcune decine di medici omeopati di ogni parte d'Italia stanno lavorando per ampliare e precisare questo genere di prospettive di studio.  All'evento sono attesi alcuni tra i più rappresentativi esperti in ognuna delle aree sopracitate, con cui i medici omeopati presenti lavoreranno per alcuni giorni in workshop.

CD

domenica 13 febbraio 2011

Prima riunione del “gruppo Capra”.


Venerdì 4 marzo, ore 15,30-19
Scuola di Medicina Omeopatica di Verona
Vicolo Dietro Santi Apostoli, 2 – 37121  Verona 
tel 0458030926 – fax 0458026695  cell. 329 4744580  email: info@omeopatia.org   www.omeopatia.org

L’incontro è organizzato per i medici omeopati partecipanti al “gruppo Capra”, e docenti ed allievi della Scuola di Verona.
L’invito è calorosamente aperto a tutti i medici omeopati italiani, ai docenti ed agli allievi di tutte le Scuole di formazione in Medicina Omeopatica.

Saranno condivise le attuali linee di studio dei singoli Autori nel campo dei rapporti tra Omeopatia e Pensiero Sistemico e Scienze della Complessità.
Sarà presentato l’importante evento previsto per la fine di ottobre 2011, organizzato dalla Scuola di Medicina Omeopatica di Verona, che vedrà presenti alcuni fra gli studiosi italiani più significativi nell’ambito delle Scienze della Complessità.
Si cercherà di delineare un lavoro comune in vista di tale evento.

Nella stessa sede, il 5 marzo (ore 9-13) sarà presentato (Ciro D’Arpa) uno studio sull’utilizzo degli algoritmi nelle procedure cliniche omeopatiche.

Ulteriori eventuali specifiche degli argomenti all’ordine del giorno saranno pubblicati in aggiunta al presente invito. I colleghi che volessero proporre argomenti e/o brevi interventi preordinati, sono pregati di comunicarli in tempo utile per una loro comunicazione preventiva all’indirizzo della Scuola o a omiopa@tin.it.

In attesa di incontrarci, affettuosamente,

Raffaella Pomposelli
Ciro D’Arpa

venerdì 3 dicembre 2010

Ciro 1

Domanda: “In riferimento al lavoro in corso nel Gruppo Capra, secondo te, quali sono le cose che  a noi davvero interessano ?”
Risponde Ciro D’Arpa (Palermo)

Tre cose.

Primo. In riferimento al futuro prossimo, è in corso un cambio di paradigma nelle scienze ed una nuova scienza emergente comprenderà la precedente. L’omeopatia è molto a suo agio in questo cambio.

Secondo. Per il presente, gli omeopati possono trovare scenari congeniali da percorrere.
Per me, un buon inizio sarà dato dalla ridefinizione delle procedure omeopatiche in termini sistemici.
I tre primi passi pratici (Verona, 5.3.2011) saranno: 1) l’algoritmo della Procedura Clinica Omeopatica Classica, 2) l’algoritmo della valutazione/riprescrizione in corso di Trattamento Anti-Psorico (Hahnemann, Le Malattie Croniche), 3) un foglio di istruzioni per educare i pazienti alla procedura di cura.

Terza, infine, la logica aperta in cui inquadro il secondo punto.
A mio avviso, l’importante dell’omeopatia è disporre di uno strumento con cui entrare (non nella storia, ma) nel meccanismo di coscienza presente del fenomeno osservato.
Attraverso lo strumento della prescrizione omeopatica abbiamo un acceleratore di flusso di ciò che osserviamo.
La storia a cui il paziente è agganciato, è apparente.
In realtà il sistema pulsa in uno spazio di varianti.
Noi possiamo liberare agganci, aumentando i gradi di libertà del sistema.

Noi inoltre, come sistema osservante, sganciato dalla storia del paziente, nell’osservare proiettiamo il nostro campo nello spazio di varianti possibili.
Non è un campo neutro, è un campo curativo.
L’osservazione omeopatica è al centro dell’universo; come ogni altro evento, naturalmente, ma con cognizione di causa.
Lo stesso è stato sostenuto dagli psicanalisti (“il setting è il centro di tutto”), ma la nostra attenzione, ripeto, non è sul significato dei contenuti personali, ma sui meccanismi senso-motori (sui quali operiamo neurofenomenologicamente).
Lo stesso è sostenuto nell’ipotesi dell’unità del campo della coscienza (Laszlo, ad esempio) e in fisica quantistica (“l’osservatore determina l’osservato”).

In quanto omeopati, conosciamo rimedi.
Come immagini? Contano relativamente le immagini, di molti rimedi conosciamo il “nome”. Come dissero i maghi medievali, chi conosce il nome completo di una cosa può comandarle e lei ubbidisce.
Così come gli agopuntori conoscono il nome dei punti del corpo, gli osteopati i nomi delle fasce, i musicisti gli accordi ed i karateki i katà. Nulla di strano pertanto.

Il rimedio, nelle nostre mani, - come ricordava Raffaella- è anche uno strumento conoscitivo, di emersione e di condivisione. Effettua ricollegamenti.

In realtà mi accorgo di aver detto le stesse cose che ha detto Raffaella, con parole diverse.
Un caso di sincronicità?

Analogamente, nel parlare di queste cose, - di Omeopatia e Scienze della Complessità- noi vogliamo suscitare una rete cognitiva, operativa.
Ed esplorare le varianti che emergono nello spazio delle possibilità.